lunedì 21 maggio 2018

Recensione - "Le figlie del mare" di Mary Lynn Bracht



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"FIGLIE DEL MARE"


MARY LYNN BRACHT

Editore: Longanesi

Traduttore: Katia Bagnoli
Pagine: 372
Prezzo: 18,60 euro
Sinossi: qui






Ci sono romanzi che ti fanno sognare, altri che ti emozionano, altri che ti frantumano il cuore in mille pezzi e ti rimangono dentro, si ancorano alla tua anima e pilotano i tuoi pensieri verso quella storia, quel passato che se pur inammissibile è esistito. E poi fai fatica a concretizzare le immagini avanti ai tuoi occhi perché tanta cattiveria veramente non riesci a darle una forma e farla vivere. 

Mary Lynn Bracht ha scritto una storia in ricordo delle "donne di conforto", come testimonianza di un passato che fino a pochi anni fa era inimmaginabile. Il vissuto di Hana e Emi, due sorelle coreane, ci fanno rivivere gli orrori di una guerra e le tradizioni di un popolo lontano dal nostro.
Ci troviamo sull'isola di Jeju, un pezzettino di terra di origine vulcanica situata a sud della Corea. E' usanza, da quelle parti, che le donne seguono l'esempio della madre e diventano anch'esse delle "Haenyeo" - letteralmente "donne del mare". Hana è una di loro, si immerge in apnea nelle fredde profondità dell'oceano insieme alla madre, aiutando economicamente la famiglia vendendo il pescato al mercato del villaggio. Tutto può sembrare tranquillo ma ci troviamo a ridosso del secondo conflitto mondiale e non solo gli uomini vengono spediti al fronte ma anche le donne o meglio le ragazzine sono in pericolo...
Hana ha una grossa responsabilità, salvaguardare la sorellina, e lo fa con tutta se stessa. Rapita da un soldato sulla spiaggia inizia il suo vero incubo. Da "haenyea" a "donna di conforto", Hana viene mandata in Manciuria inconsapevole del suo ruolo. Reclutata dall'esercito giapponese e ridotta a schiava sessuale per i soldati dell'esercito imperiale. Anche se Emi rimane al villaggio con la famiglia non è semplice per lei andare avanti, la scomparsa della sorella e la vergogna del suo ruolo la costringono a dimenticare per sopravvivere e solo verso l'epilogo la verità ci induce a comprenderne alcuni aspetti.


"Figlie del mare" è un romanzo a due voci, Hana e Emi con le loro strazianti Vite raccontate su due diversi piani temporali mi hanno regalato un pezzo di storia che personalmente non conoscevo. Nelle prime pagine è Emi, ormai ottantenne, ad introdurci la figura di Hana. Ossessionata da sogni che le turbano il sonno, Emi, rievoca un passato chiuso a chiave nel suo cuore che fatica a uscire fuori e solo guardandosi indietro riuscirà a fare pace con i suoi sensi di colpa che la tormentano ogni giorno sempre di più.
La figura delle "confort woman" è stata ammessa dal governo giapponese nel 1993 e solo da pochi anni il loro genocidio viene considerato crimine di guerra. Grazie alla testimonianza di una "confort woman" pian piano le atrocità subite da queste povere donne durante il secondo conflitto mondiale sono emerse a galla. Finalmente si sono aperti gli occhi su una situazione vergognosa e inammissibile. Mary Lynn Bracht ha volutamente romanzare una storia nella storia, la vita di Hana e Emi rispecchia la vita di migliaia di donne vissute in quel periodo. Affascinante il ruolo delle "haenyea", donne dalla grande resistenza fisica e lancinante il ruolo delle "confort woman". 
Un romanzo perfetto a chi ama quel periodo storico che strazia ma nello stesso tempo insegna. Due storie che camminano parallele, entrambe coinvolgenti e dure, entrambe intrise di dolore e di VITA. Un romanzo che meriterebbe il massimo dei voti ma che invece a mio avviso manca di qualcosa che non riesco a identificare nonostante il suo stile fluido permette alle pagine di scorrere veloci isolandoci dalla realtà, mentre l'immaginazione elabora immagini nitide nella nostra mente e le stampa nel nostro cuore.

"Figlie del mare" lascia il segno e merita di essere letto, per conoscere, per ricordare ma soprattutto per non dimenticare, gli orrori della guerra, la cattiveria dell'uomo e la sofferenza di migliaia di persone innocenti. 


2 commenti:

  1. Ciao Rosa, proprio oggi ho visto una pubblicità di questo romanzo, non è il mio genere ma non ti posso nascondere di provare una certa curiosità per quei romanzi che parlano di aspetti storici poco conosciuti!

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    1. Ciao Ariel, questo romanzo è esattamente quel tipo di storia. Come ho detto nella recensione io non conoscevo questo lato della guerra. Figlie del mare però, secondo me è anche qualcosa di più perché accanto al caso "confort woman" delinea una cultura quella delle "donne del mare" anch'essa poco nota. Insomma, nel complesso sono contenta di averlo letto! Un abbraccio! Rosa

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