domenica 5 agosto 2018

Recensione "La famiglia Aubrey" di Rebecca West

Buona domenica cari lettori! Come va? 

Ultima recensione prima della pausa estiva, e si anche il blog va in vacanza. Ho bisogno di staccare un po' dal mondo virtuale e dedicarmi senza vincoli alla lettura. Tra qualche giorno pubblicherò un post dove vi parlerò delle mie prossime letture e poi ci rivedremo a settembre ancora più carichi!!!
Bando alle ciance, oggi vi parlo di un romanzo sul quale nutrivo altissime aspettative ... forse ho letto troppe recensioni bellissime...
Buona lettura!




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"LA FAMIGLIA AUBREY"


di REBECCA WEST

Editore: Fazi Editore

Tradotto da Francesca Frigerio
Pagine: 569
Prezzo: 18,00 euro
Sinossi: qui


Quanto ho atteso l'uscita di questo romanzo! Tanta era la mia voglia di leggerlo!!! Ho aspettato con impazienza il cinque luglio, giorno della sua uscita, ma il destino vuole che la libreria del paese ne era sprovvistaaa!! Ora, potete solo immaginare la mia delusione (giuro non trovo parole per descriverla) quindi cosa faccio? Lo ordino online e dopo due giorni il romanzo era tra le mie mani!!! Nel frattempo ho letto tantissime belle recensioni che mi hanno convinta ancora di più e poi io amo le saghe familiari, tutti elementi a mio favore, e allora perché ho voltato l'ultima pagina con un marcato senso di insoddisfazione? Provo a spiegarvelo, anche se non sarà facile descrivervi le mie sensazioni...

La casa editrice Fazi ci onora di tante belle pubblicazioni e in questo caso ha voluto riaprire il sipario su un romanzo uscito un po' di anni fa ma forse non noto a tutti. "La famiglia Aubrey" è il primo volume della trilogia degli Aubrey, Rebecca West in questo scritto ha voluto trarre ispirazione dalla storia della sua famiglia.
Ambientato nella Londra di fine Ottocento, la famiglia Aubrey non gode di grandi privilegi economici. Le loro precarie condizioni finanziarie li costringe a spostarsi di continuo da una città all'altra per assecondare gli impegni lavorativi del capofamiglia. Quest'ultimo è un editorialista, ovvero scrive per un noto giornale locale, inoltre ambisce a portare avanti una serie di ideali politici che hanno un grande riscontro, stima e approvazione da un gran numero di persone. Lui, che in teoria predica bene ma in pratica non fa nulla per migliorare la situazione economica della sua famiglia che è costretta ad accontentarsi e vivere di speranze. La moglie Claire, è una brava musicista, suona e impartisce lezioni di piano alle sue due figlie, Mary e Rose. La primogenita Cordelia invece, è affascinata dal suono delicato del violino, strumento per il quale nutrirà gioie e dolori. Ed infine c'è il piccolino, Richiard Quin ancora alla ricerca di un suo talento. Fanno da contorno a questo bel quadretto familiare "british" la cugina Costance e sua figlia Rosamund, presenze fondamentali per ogni membro Aubrey! La musica è una costante del romanzo, il motivo di vita di tutti, infatti le ragazze Aubrey intravedono nella musica una via d'uscita da una situazione precaria.

Qual'è la caratteristica di questo romanzo? Ebbene è la figura di Rose, che nelle vesti di narratore racconta la storia della sua famiglia rievocando ricordi di vita vissuta e lo fa intervallando aneddoti passati a frequenti osservazioni presenti, il ciò ci fa intuire che le numerose vicende che si susseguono trovano nel presente una qualche giustificazione. E' chiaro che la voce narrante è una persona adulta e insieme a Rose andiamo a ritroso nel tempo alla spasmodica ricerca dell'elemento "strambo" che predomina nella storia. Perché qualcosa di strano persiste dalla prima all'ultima riga. Di preciso non so dirvi cosa ma sono quasi sicura che molti episodi siano legati a un determinato fenomeno, ovvero al "soprannaturale". In particolare, emerge chiaramente nel simpaticissimo capitolo che vede coinvolti la signora Claire, sua figlia Rose, Costance e Rosamend.
Ho modo di intuire che tutto in questo romanzo ruota intorno a questo fenomeno altrimenti non riesco a dare una risposta ai tanti comportamenti strani, in particolare quello della mamma ma anche di altri membri della famiglia, quale la cugina Costance e sua figlia Rosamund. Queste ultime due figure giocano un ruolo fondamentale affianco ai protagonisti, rendendo il romanzo più fitto di eventi e accompagnando gli stessi da un pizzico di sana ironia.
Rebecca West ha intessuto una storia dove i protagonisti faticano a uscire fuori, in questo primo volume sembri che li tratteggi regalando loro un alone di mistero, lasciando molte cose all'intuito del lettore e talvolta addirittura spiazzandolo. E' ovvio che ciò sia stato fatto apposta per indurci a leggere il seguito ma ho trovato la lettura nel complesso un tantino "pesante". Questo non toglie che la prosa della West sia impeccabile, uno stile narrativo elegante e ricercato, complesso e corposo utilizzato soprattutto nella descrizione di alcuni fatti talvolta anche nelle situazioni più buffe. Il gran talento dell'autrice sta nel mantenere il ritmo della narrazione sempre sullo stesso piano dove le parole si susseguono una dopo l'altra cadenzate dalla stessa frequenza concedendosi saltuariamente qualche "stonatura" che ci fa sbattere le ciglia, scuotere la testa e ci lascia increduli.
Insomma "La famiglia Aubrey" è un romanzone nel senso che bisogna essere predisposti ed avere tanto tempo a disposizione per intraprenderne la lettura, quindi ve lo sconsiglio vivamente di portarlo in spiaggia ma magari aspettare i freschi pomeriggi autunnali.

Dopo aver voltato l'ultima pagina la reale sensazione che ho provato è stata quella di essere ritornata da un lunghissimo viaggio letterario, piacevole ma non entusiasmante ed è questo il motivo per il quale non aspetterò con ansia il suo seguito ma in ogni caso lo leggerò anche solo per capire le tante situazioni lasciate in sospeso ma in particolar modo per vedere l'autrice dove vuole andare a parare!

11 commenti:

  1. L'ho comprato, un po' spinta anche io dalle tante recensioni positive, un po' attirata dalla meravigliosa copertina, un po', ancora, perché ero con tutte le bancarella blogger, in una meravigliosa libreria indipendente, e mi sarebbe sembrato strano uscire da lì senza un libro tra le mani. Penso che sarà una di quelle letture che riserverò alle vacanze di Natale, quindi per adesso mi limito a guardarlo!

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    1. Si Laura ti consiglio di leggerlo proprio in quel periodo! Non ti nego che con questo caldo ho faticato un pochino. Sicuramente mi aspettavo una storia diversa o almeno più lineare. Non mi sento però di bocciarlo del tutto perché la prosa della West è impeccabile e poi ricordiamo il periodo storico in cui è stato scritto, questo secondo me è importante in quanto lo avvicina molto di più a un genere classico che a un romanzo contemporaneo. Sono troppo curiosa di conoscere il tuo pensiero e confrontarmi con te! Conoscendoti un pochino o lo ami o lo lanci dalla finestra! Ahahah...
      P.S. Concordo con te, la copertina è stupenda!
      Buone vacanze anzi buone letture!

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    2. Ecco, allora è meglio l'inverno, almeno le finestre sono chiuse!!

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  2. Eccomi, aspettavo il tuo pensiero su questo romanzo molto particolare. Vedo che il voto che abbiamo assegnato è simile, decisamente ben scritto e colto, manca un po' di mordente e di quel l'ironia tagliente very british, che credevo fosse cifra stilistica dell'autrice. Decisamente meglio i Cazalet, per me. Baci, alla prossima!

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    1. Ciao Tessa sono d'accordo con te, decisamente meglio la saga dei Cazalet che proprio in questi giorni sto leggendo. Ho ripreso i primi due volumi per poi continuare con i successivi. Non c'è paragone! Peccato perché della West mi aspettavo qualcosa di simile...
      Buone vacanze!

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  3. Incuriosce tanto anche me, che di recensioni positive ne ho letto a bizzeffe :) Vedrò di dargli anch'io una possibilità :)

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    1. Se ami il genere classico allora te lo consiglio altrimenti no passa avanti corri il rischio di annoiarti! Se lo leggi fammi sapere!
      Buone letture!

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  4. Ho acquistato il libro perché avevo voglia di qualcosa di simile ai Cazalet.
    La qualità della prosa è molto elevata, Rebecca West riesce a descrivere elegantemente sia i momenti di svago che quelli tristi. E' un romanzo che procede lentamente, magari poco adatto alla stagione estiva, ma lo sto apprezzando parecchio.

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    1. Ciao Alessandra in questi giorni sto leggendo i Cazalet e non c'è paragone! La saga dei Cazalet mi prende di più, entrambi i romanzi sono scritti benissimo ma la Haward ha una prosa molto lineare e piacevole rispetto alla West. Comunque La famiglia Aubrey essendo il primo volume di una serie di tre libri il mio giudizio è parziale in attesa di leggere il seguito.
      Buone vacanze!

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  5. Lo leggerò sicuramente, magari in autunno inoltrato. La cover è stupenda!

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