venerdì 27 novembre 2015

Viaggiando nel tempo - "Le notti bianche" di Fedor Dostoevskij

Buongiorno cari lettori,

ritorna dopo mesi di latitanza la mia amata rubrica Viaggiando nel tempo, dedicata ai classici. Molto spesso mi capita di trascurare queste letture perché completamente presa dalle ultime uscite e da quei libri che fanno talmente parlare tante blogger che non leggerli è un peccato! 

Oggi il post è dedicato a un gigante della letteratura, Fedor Dostoevskij. Le notti bianche è il primo libro che leggo di quest' autore, come primo approccio sono sincera, non male, ma non mi va di dare un giudizio, stiamo parlando sempre di un classico, di quei libri che lasciano il segno, quindi vi esporrò semplicemente il mio pensiero, ma non definiamola una recensione, è troppo un parolone!!!




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Sinossi:La natura lirica, fantastica e fantasmagorica di Pietroburgo è tutta infusa nelle Notti bianche, romanzo pubblicato per la prima volta nel 1848. Il giovane protagonista della vicenda è un sognatore. Immerso in uno sciame di pensieri e fantasticherie, nelle lucide notti estive, il giovane intraprende in solitudine lunghe passeggiate per le vie cittadine fino al sorprendente incontro con Nasten'ka, un altro essere notturno, e al sogno di un'avventura meravigliosa.



Mi sono avvicinata a questa lettura con il timore di imbattermi in una prosa poco scorrevole. Di solito quando leggiamo la fatidica parolina "classico", ci immaginiamo qualcosa di prolisso, non alla nostra portata e nel mio caso, sono sempre tentata a tralasciare questo tipo di lettura pensando di non esserne all' altezza. Non c' è nulla di più sbagliato in tutto questo!!!

Le notti bianche è un breve racconto pubblicato per la prima volta nel 1848. L' opera prende il nome da quel particolare periodo dell' anno, in cui nella Russia del nord, inclusa la zona di San Pietroburgo, il sole tramonta dopo le 22.

Sullo sfondo di una San Pietroburgo deserta e quasi magica si snoda una storia puramente sentimentale. Il protagonista è un "sognatore", di lui Dostoevskij non ci svela il nome, ma lo descrive come una persona avulsa dalla realtà, solo, senza amicizie se non i suoi sogni e le sue fantasticherie. Mentre passeggia sul lungofiume i suoi pensieri vengono interrotti dai singhiozzi di una giovane fanciulla, Nasten' ka. Una panchina e il buio della notte faranno da cornice ai loro dialoghi. Quattro sono le notti in cui i due protagonisti si raccontano, dapprima il sognatore, con il suo linguaggio definito dalla stessa Nasten' ka troppo forbito - "Voi raccontate in modo meraviglioso, ma non potete raccontare in modo un pò meno meraviglioso? Giacché parlate come se leggeste un libro."  

Nel prosieguo lei gli apre il suo cuore raccontando del suo amore, l' attesa del suo amato e la sua esistenza accanto alla nonna cieca, il tutto con un linguaggio tipico di una ragazza, colloquiale e spontaneo. 

Il sognatore in Nasten' ka crede di aver trovato l' amore, di aver afferrato la felicità, ma il ritorno dell' uomo e la lettera in cui la ragazza gli comunicherà le sue nozze, spezzeranno l' incantesimo e il sognatore si ritroverà di nuovo solo immerso nel suo mondo. 

Un romanzo di cui consiglio la lettura soprattutto per il significato che vuole trasmettere. Amare non vuol dire legare una persona a sè, ma lasciarla libera, libera nelle sue scelte, solo vedendola felice il nostro cuore verrà appagato. 

Due anime solitarie che si incontrano e si raccontano, un amore poetico, una storia breve ma intensa, sicuramente da leggere...un classico intramontabile!




4 commenti:

  1. Confesso di non averlo letto ma mi sembra davvero un bel libro, intanto ho notato che stai leggendo Sette sorelle, stavo pensando di comprarlo...

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    1. Ciao Nunzia, Le notti bianche è una piccola perla da tenere in libreria, mentre per quanto riguarda Le sette sorelle sto agli inizi e promette bene...poi vedremo!

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  2. Da leggere e rileggere mille volte. Stupendo.

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