martedì 16 febbraio 2016

Recensione - "Io e Mabel. Ovvero l' arte della falconeria" di Helen Macdonald

Buon pomeriggio lettori, 

ho da poco terminato la lettura di Io e Mabel. Ovvero l' arte della falconeria di Helen Macdonald, edito da Einaudi, pag 292. Vi anticipo da subito che questa non è stata una lettura semplice, penso che bisogna avere un certo interesse ad affrontarla visto il tema molto particolare, ovvero l' arte della falconeria in tutte le sue sfaccettature.

Ringrazio la Libreria Tasso, per avermi dato l' opportunità di leggere questo romanzo!


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Sinossi: Nelle prime pagine del libro Helen Macdonald riceve una telefonata: il padre, celebre fotoreporter, è morto all'improvviso d'infarto. Priva di legami e di un lavoro stabile (è ricercatrice associata part-time all'università di Cambridge), Helen si accorge bruscamente di non avere nulla che possa distrarla dal lutto e sprofonda in una violenta depressione. Passano i mesi: instaura una relazione sentimentale e poi la sabota, legge testi sul lutto, si isola, si trascina. Poi, d'improvviso, un sogno ricorrente sui falchi fa scattare in lei una sorta di epifania: per uscire dal gorgo che la soffoca addestrerà un falco, ma non un falco qualsiasi, piuttosto un astore, uno dei piú grossi e feroci rapaci che esistano, un animale del sottobosco, sanguinario e predatore. Cosí entra in scena Mabel, "un rettile. Un angelo caduto. Un grifone uscito dalle pagine miniate di un bestiario". Helen si ritira dalla comunità per dedicarsi esclusivamente all'addestramento dell'animale, in un isolamento ossessivo. Il racconto dell'addestramento, dell'osservazione del comportamento della giovane Mabel, della paura, della fascinazione e della strana tenerezza che prova per l'animale, s'intreccia con la rilettura del libro "The Goshawk" di T. S. White e quindi con la rievocazione della biografia di questo scrittore, autore tra le altre cose di un libro su Artú poi ripreso dalla Disney in La spada nella roccia...


Il mio pensiero:


Ogni volta che inizio una nuova storia parto sempre dal principio che le parole che sto leggendo rispecchiano la personalità di chi le scrive e attraverso ad esse, indirettamente, scopriamo l' autore e del perché del suo racconto. Una piccola premessa per dirvi subito che questa è stata una lettura singolare, ma grazie ad essa ho scoperto i retroscena di un' arte a me quasi sconosciuta, "l' arte della falconeria". 

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In lingua originale "H is for Hawk" ha vinto prestigiosi premi quale il Samuel Johnson Prize e il Costa Award e, grazie alla casa editrice Einaudi è arrivato da poco anche sugli scaffali delle nostre librerie. "Io e Mabel. Ovvero l' arte della falconeria" è la biografia di Helen Macdonald una storica e ricercatrice di Cambridge e della sua ossessiva passione, la falconeria.

In seguito alla morte del padre, stroncato nel 2007 da un infarto, Helen vive un periodo non facile. Come accade per ogni lutto, anche lei, ha bisogno di ritrovare se stessa. Il suo rapporto con il padre non era semplicemente di sangue, ma i due erano complici, amici, avventurieri in un mondo dove entrambi amavano la natura e la libertà. Lui, noto fotografo della National Geographic spesso portava con sè la figlia durante i suoi scatti e lei, già appassionata di rapaci sedeva ore e ore in attesa di vederne uno. Ha sei anni, quando si ritrova a dormire con le braccia ripiegate come ali dietro la schiena...esperimento che durò pochissimo essendo questa posizione scomoda! Ha dodici anni, quando vede per la prima volta un astore addestrato, e da allora la sua passione è diventata maniacale, pallosa (come la definisce lei stessa), si ostinava a memorizzare alla meglio frasi tratte da testi di falconeria ottocenteschi e leggeva qualsiasi libro che parlasse di quest' arte miracolosa chiamata "falconeria". 

Per superare il devastante dolore dovuto alla perdita, Helen si butta a capofitto in un' ardua impresa, quella di ammansire o meglio "condizionare", per dirlo in gergo, un astore. Gli astori sono uccelli irrequieti e ipersensibili e per convincerli che non sei il nemico ci vuole un sacco di tempo. Sono anche uccelli molto umorali e aggressivi, a volte si posano sui rami e al falconiere tocca aspettare ore e ore in attesa di riprenderlo sul proprio pugno. Bisogna avere pazienza e Helen ne ha da vendere! Nella sua biografia racconta del suo isolamento in casa, dell' oscurità della stanza dove Mabel ( così chiama il suo astore), viveva i primi giorni e dei suoi tentativi si portarla all' aria aperta per farla volare, con il timore che qualsiasi cosa potesse turbare il suo rapace. 

Nel suo racconto, Helen Macdonald paragona il "condizionamento" del proprio astore con il "condizionamento" svolto da T. H. White in "The Goshawk" sul suo rapace chiamato Gos. T. H. White è a noi tutti noto per aver pubblicato nel 1938 "La spada nella roccia" diventato anche un noto cartone animato della Disney. 

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La narrazione si articola su due piani, alcuni capitoli ci parlano del modo in cui White condiziona il proprio astore, mentre in altri Helen ci racconta la sua esperienza. Personalmente ho trovato le  parti dedicate a White estremamente noiose, l' autrice ci riporta frasi tratte da "The Goshawk", ci espone il pensiero di White, ci parla di tecniche di condizionamento e tanto altro. La prosa è molto ricercata, è palese l' eccellente preparazione dell' autrice in materia, tutto è descritto minuziosamente. Purtroppo, nonostante il tema trattato sia stato molto interessante, non sono riuscita a provare empatia per Helen, i continui riferimenti bibliografici di altri autori hanno reso la lettura pesante allontanandomi dal contesto. 

"Io e Mabal. Ovvero l' arte della falconeria" può essere definito una storia nella storia; la biografia di Helen, l' esperienza di White e le sconosciute tecniche di falconeria, racchiudono un racconto sicuramente unico nel suo genere ma c' è anche da dire che non è adatto a tutti. Un romanzo da "nicchia" (passatemi il termine), consigliato a chi ha voglia di una lettura particolare, dove gli astori sono i protagonisti di storie malinconiche ma vere. 


VOTO: DUE ROSE

3 commenti:

  1. Conoscevo già il tuo pensiero su questa lettura e devo ammettere che leggendo la tua recensione un pizzico di curiosità mi è venuta, però credo che passerò, mi fido del tuo pensiero :-)
    Curiosissima di leggere il tuo pensiero su Jane Eyre

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    1. Passa passa c' è di meglio in giro!!! Come ti dicevo con questo romanzo mi è venuto il blocco del lettore!!!

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    2. Passa passa c' è di meglio in giro!!! Come ti dicevo con questo romanzo mi è venuto il blocco del lettore!!!

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