Buon pomeriggio cari lettori,
è da tempo che voglio parlarvi di due romanzi, il primo letto quest'estate (Vicarìa. Un'educazione napoletana) mentre il secondo l'ho appena finito (Il giardino degli inglesi), ma ho pazientemente aspettato la presentazione di entrambi, presso la libreria del mio paese, per aver un quadro completo sull'intera storia e magari spifferarvi qualche curiosità. L'autore è Vladimiro Bottone, napoletano, anche se attualmente vive e lavora a Torino. Collabora alle pagine culturali del Corriere del Mezzogiorno e de L'Indice dei libri del mese. La scrittura è una sua grande passione, infatti Vladimiro Bottone incanta con le parole, nel senso che la sua minuziosa ricerca del sostantivo o del verbo giusto per descrivere un'azione o semplicemente per esprimere un'emozione rende i suoi libri "speciali" per la distinta terminologia adottata. Ogni parola si incastra perfettamente al contesto storico e alle vicissitudini dei personaggi.
Vicarìa. Un'educazione napoletana
Vladimiro Bottone
Editore: BEAT Edizioni
Pagine: 487
Il giardino degli inglesi
Vladimiro Bottone
Editore: Neri Pozza
Pagine: 400
Sinossi: qui
Napoli aveva questo di bello: che tutto era acquistabile, tutto era contrattabile. La menzogna, la vita, la morte, la parola fraudolenta, quella d'onore, il silenzio. Il silenzio che trova nella morte la sua migliore custodia.
Con questa citazione tratta da Vicarìa vi introduco nella Napoli del 1841, nel periodo del Regno dei Borboni.
Vladimiro Bottone ci prende per mano e ci accompagna nei vicoli più bui, luridi e corrotti di uno dei quartieri più antichi e malfamati di Napoli, la Vicarìa.
Senza tanti giri di parole, si va subito al dunque, infatti è nelle prime pagine che si consuma il "fatto". Antimo, un ragazzino di otto anni (un serragliuolo) viene ucciso durante un tentativo di fuga. "Serragliuoli", così vengono chiamati i reclusi del Serraglio o Reclusorio o Real Albergo dei Poveri voluto da Carlo III di Borbone per ospitare tutti i poveri del Regno di Napoli.
Facciamo immediatamente la conoscenza di Gioacchino Fiorilli, Commissario di Primo rango da poco in servizio a Vicarìa. La sua poca esperienza affiancata alla sete di giustizia e alla sua incapacità di utilizzare strumenti scorretti per incastrare il colpevole fanno di Fiorilli il perno intorno al quale ruota lo svolgimento di un'indagine innescata dalla morte del piccolo orfanello. L'intera vicenda viene presa a cuore dal giovane Ispettore Fiorilli il quale spinto dalla voglia di fare giustizia farà di tutto per trovare le prove necessarie per incastrare il colpevole.
Altro personaggio chiave è il dottore De Consoli che in "Vicarìa" inizia a tastare il terreno e gettare le basi per le sue future intenzioni. Lui è il "cattivo", un perfetto rappresentante del male con la capacità di riflettere il male e compiere le giuste mosse in una realtà sopraffatta da maldicenze e congetture. De Consoli lo ritroviamo anche ne "Giardino degli inglesi" dove assistiamo ad un vero e proprio sviluppo del personaggio. Infatti se in "Vicarìa" i capitoli che lo riguardano si alternano ad altri dove l'autore introduce diversi personaggi, in "Il giardino degli inglesi" De Consoli è la figura portante su cui gravano i comportamenti di chi intende incastrarlo. In entrambi i romanzi non mancano le donne il cui ruolo è piacevolmente invischiato, contraddistinto da un pizzico di malizia tipico del gentil sesso. Pennellate di rosa che perfettamente fanno da contrasto ad uno sfondo buio e tenebroso. Personalmente ho molto gradito le "donne" portatrici di spiccate personalità e con ruoli ben precisi all'interno della storia.
"Vicarìa" è un romanzo giallo storico che pone l'attenzione su un luogo, il Serraglio che ha fatto la storia a Napoli spingendo il lettore a documentarsi per saperne di più. Un dei pregi che voglio attribuire all'autore è la sua capacità a trasmettere immagini vivide di una Napoli ottocentesca impregnata nei suoi usi e costumi tipici dell'epoca. I vicoli bui illuminati dalla fioca fiamma dei lumi a petrolio, il trotto dei cavalli che traiano carrozze guidate da spericolati cocchieri e le sciabole sfoderate per ottenere giustizia o impaurire il nemico. Inoltre la malavita, la superstizione, il gioco dell'otto, la povertà che traspare dagli occhi dei poveri orfanelli improvvisati venditori ambulanti, gli odori fetidi che aleggiano negli angoli più tetri e poveri del centro storico, infine chiude il cerchio la corruzione. In una Napoli avvolta da una penombra inquietante la "corruzione" è la padrona.
"Vicarìa" getta le basi per assaporare al meglio le vicende del dottore De Consoli e del Commissario Fiorilli che seguono ne "Il giardino degli inglesi". In questo secondo capitolo l'autore ha volontariamente indirizzato l'attenzione sulla malvagità di De Consoli e sulle sue ossessioni perverse, invitando il lettore a riflettere sulla capacità del dottore a calamitare i comportamenti di chi gli ruota intorno verso azioni insensate.
Inoltre magistrale è stata l'intuizione di trascinare ai piedi del Vesuvio una famiglia di origine inglese le cui vite si intrecciano con i personaggi sopra citati.
Una perpetua, quotidiana estrazione del Lotto, a Napoli. Buona sorte ogni tanto, mala sorte quasi sempre.
Come ho detto poco sopra l'autore adotta uno stile linguistico pulito e ben curato, ogni cosa è descritta con il giusto vocabolo. Per leggere entrambi i romanzi secondo me è fondamentale entrare in simbiosi con il periodo storico per comprendere al meglio lo svolgimento delle indagini che avvengono con una certa flemma...tutta giustificata (nell'800 la tecnologia non esisteva quindi tutto veniva svolto secondo l'intuito e con i pochi mezzi a disposizione!).
"Vicarìa" e "Il giardino degli inglesi" sono romanzi storici - noir e hanno bisogno di una particolare predisposizione per essere letti per questo non mi sento di consigliarli a chiunque. La corposità della trama non permette di leggerli tutto d'un fiato, le pagine vanno centellinate per poterne assaporare ogni sfumatura e apprezzarlo. Voltando l'ultima pagina de "Il giardino degli inglesi" penso che l'autore ha intenzionalmente voluto lasciare un finale aperto e questo mi fa intuire che ci sarà un prosieguo. Di sicuro non lo so, perché alla mia domanda non ha voluto sbilanciarsi quindi non mi attende che aspettare! Sicuramente se ci sarà lo leggerò...ormai mi sono affezionata ai personaggi e sono curiosa di scoprire come vanno a finire alcune situazioni lasciate in sospeso.
Perfetto per chi ama i romanzi storici di un certo spessore, dove l'indagine si intreccia a un contesto sociale corrotto e sporco. Perfetto per chi ama le letture lente ma che lasciano il segno. Perfetto per i pomeriggi invernali dove a farci compagnia sono solo le pagine di un buon romanzo e una fumante tazza di tè!
Ciao!! Non conosco per niente questo autore, ma il suo stile sembra affascinante! :-)
RispondiEliminaCiao Silvia se ti piace il genere in realtà è molto affascinante come prosa. Come ho detto nella recensione la corposità della trama rende questi romanzi ci un certo livello.
EliminaCiao Rosa,
RispondiEliminaho letto con molto interesse questa tua recensione "doppia" perché i libri di cui parli mi interessano davvero. Avevo comprato "Il giardino degli inglesi" qualche settimana fa, attratta irresistibilmente da una copertina meravigliosa e dalla trama, ma non avendone sentito parlare prima non avevo capito che è il secondo in cui appaiono i protagonisti: secondo te è imprenscindibile leggerli in serie, o possono essere letti indipendentemente?
Un saluto da Eva
Ciao Eva puoi tranquillamente leggere "Il giardino degli inglesi" indipendentemente da "Vicarìa". Il giardino degli inglesi anche se è un seguito l'autore riprende i personaggi e le loro storie magistralmente e da un'infarinatura delle loro vicende molto chiara che ti permette di seguire il filo della storia senza problemi. Anzi ti dirò di più "Il giardino degli inglesi" è più bello di "Vicarìa" quindi inizialo senza timore, sono sicura che ti piacerà! Fammi sapere!
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