lunedì 19 febbraio 2018

Recensione - "Rifugio" di Dina Nayeri

Buongiorno lettori incantati,

ritorno dopo quasi due settimane di pausa forzata - mi sono inceppata su un romanzo...capita anche a me! - a riparlarvi di libri. Un grazie di cuore va alla C.E. Piemme per avermi omaggiata di una copia cartacea del romanzo. 


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"RIFUGIO"


DINA NAYERI

Editore: Piemme

Pagine: 331
Prezzo: 18,50
Data di pubblicazione: 13 febbraio 2018
Sinossi: qui

Suggestionata da un popolo diverso negli usi e nei costumi da quello occidentale e dalla voglia di leggere una storia dai sapori agrodolci, "Rifugio" di Dina Nayeri mi è parso il libro giusto al momento giusto e invece...


"Quando sarai grande, avrai delle ali meravigliose. Conoscerai tante persone sofisticate, farai grandi cose e vedrai posti splendidi. ma ogni volta che vedrai il tuo baba, ti porterò una fotografia e una storia da qui, in modo che nel tuo volo tu non mi dimentichi da dove vieni."

In un Iran dilaniato dalla guerra la piccola Nilu è costretta a fuggire di nascosto con la madre e il fratello maggiore in America ed abbandonare quel padre tanto amato ed idealizzato. "Rifugio" è un libro a due voci: quella di Nilu ormai adulta che ripercorre la sua vita come donna iraniana in terra straniera, e quella di Bahman, il padre di Nilu, che non è partito con loro perché legato alla sua terra e alle sue radici. Bahman nonostante la sua devozione all'edonismo e alla sua divinità personale non ha mai dimenticato la sua prima moglie Pari e la sua dolce figlia Nilu.
In particolare possiamo dividere la storia di Nilu in tre fasi principali: quella di bambina che dopo essere approdata in America sente forte il senso di abbandono da parte di suo padre che le ha promesso di raggiungerli per riportarli a casa. In questa fase, importante sarà la vicinanza di sua madre Pari che tenterà in tutti i modi di trasmetterle la forza di ricominciare una nuova vita che fatica a decollare.
Nilu ha sempre la sensazione di non appartenere a nessuna terra e sarà difficile per lei riconoscere un posto come casa, soprattutto nella seconda fase della sua vita, che è l’adolescenza, in cui per superare il senso di inadeguatezza si rifugia nelle sue cose "importanti" che la definiscono come persona ossia la carta di identità, i suoi successi nello studio e poi successivamente nel lavoro.
La terza fase invece è l’età adulta in cui si sposa con uno studente francese conosciuto all’università, Guillame, con cui si trasferisce ad Amsterdan. Anche in questo periodo apparentemente felice le riesce difficile trovare la sua dimensione pur circoscrivendo un "perimetro" immaginario alla sua vita.
Nilu sente il peso della sua condizione di rifugiata e percepisce sempre più il bisogno di confrontarsi con la gente del suo paese e lo fa partecipando a degli incontri di poesia iraniana dove ha la possibilità di conoscere altri rifugiati in cui trova la forza per intraprendere un viaggio introspettivo che la porterà a riconciliarsi con la sua famiglia e con sé stessa. 

"Rifugio" ha tutte le carte in tavola per poter essere un ottimo romanzo, peccato che l'autrice ha imbastito una storia a mio parere dai tratti contorta e con aneddoti particolarmente noiosi che benissimo potevano fare da contorno al delicato rapporto padre e figlia. Non nascondo che ho fatto fatica a terminarlo e che appena lette le prime sessanta pagine ho sentito l'esigenza di iniziarlo daccapo! Cosa che non mi è mai capitata fino ad ora con un libro!!! Come ho accennato poco sopra "Rifugio" è un romanzo a due voci, nel corso della narrazione affrontiamo le responsabilità genitoriali di Bahaman attraverso la continua ricerca di se stesso. Lui, reduce da due matrimoni sta divorziando per la terza volta ed inoltre la sua "malattia" da tossicomane non aiuta certo a riconciliarsi con la figlia Nilu volata in Amarica con la madre e il fratello. Lei, sofferente della sua condizione di rifugiata tenta di arrampicarsi alle sue origini attraverso l'attaccamento morboso ad oggetti che le ricordano la sua terra natia.
Mi dispiace dirlo ma non sono riuscita a provare empatia per i protagonisti, le parti riguardanti il padre le ho trovate a tratti superflue mentre quelle riguardanti Nilu erano un tantino più piacevoli ma comunque confusionarie.
Peccato i presupposti c'erano tutti ma secondo il mio modesto parere di lettrice mal congeniati, il risultato...un mix di episodi privi di coinvolgimento emotivo.

2 commenti:

  1. Ciao Rosa,
    ultimamente mi trovo a non chiedere più nulla alle Ce e a dire di no quando mi propongono qualcosa proprio per evitare di dover terminare la lettura di libri che non mi piacciono. In questo periodo è così e le mie finanze ne risentono. Oggi per esempio, giusto perchè avevo la mattina libera ho comprato tre libri...e siamo solo a mercoledì.
    Comunque nel tuo giudizio sei stata delicata e questa è una cosa bella.
    Un caro saluto da Lea

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    1. Ciao Lea, credimi mi dispiace sempre dare un giudizio negativo ma con questo romanzo ho faticato veramente. Ci sono mille modi per esprimere disappunto su qualcosa e io quando parlo di libri ci tengo a precisare che quello che scrivo è frutto di un mio personale pensiero di una comune lettrice. Perché ciò che non piace a me benissimo fa impazzire qualcun altro. Ma ci sta, in fondo il bello della lettura è appunto questo confrontarsi. Un Bacio Rosa

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