sabato 24 marzo 2018

Recensione - "Le Assaggiatrici" di Rosella Postorino

Prima recensione dopo l'esperienza a Tempo di Libri! Eccomi a parlarvi di un romanzo bello, bello e bello, un gioiellino unico e raro da custodire nella propria libreria. Una storia che si fa amare nella sua eterna amarezza!



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LE ASSAGGIATRICI


ROSELLA POSTORINO

Editore: Feltrinelli

Pagine: 285
Prezzo: 17,00 euro

Sinossi: La prima volta in cui Rosa Sauer entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. «Da anni avevamo fame e paura», dice. Siamo nell'autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: «mangiate» dicono, e la fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un'ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le SS studiano le reazioni per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le dieci giovani donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi, alleanze, patti segreti e amicizie. Nel gruppo Rosa è subito la straniera, la "berlinese": è difficile ottenere benevolenza, tuttavia lei si sorprende a cercarla, ad averne bisogno. Soprattutto con Elfriede, la ragazza più misteriosa e ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva un nuovo comandante, Albert Ziegler. Severo e ingiusto, instaura sin dal primo giorno un clima di terrore, eppure - mentre su tutti, come una sorta di divinità che non compare mai, incombe il Führer - fra lui e Rosa si crea un legame speciale, inaudito.


Quando ad un libro associo il volto di chi su quella storia ci ha creduto e lavorato si crea un magnifico incantesimo, un filo invisibile mi lega all'autore e l'ultima pagina che volto è destinata a lasciarmi un senso di vuoto, una mancanza indescrivibile. Questo è ciò che mi è accaduto con "Le Assaggiatrici" di Rosella Postorino, conosciuta a Tempo di Libri dove ho assistito alla presentazione del romanzo in parte rovinata dai troppi spoiler! Ma a parte questo, Rosella (che in realtà si chiama come me Rosa) è una ragazza dolcissima e disponibilissima e la dedica ne è la conferma!

Aspetto l'incanto! E in effetti l'incanto ci è stato! L'autrice ha preso ispirazione da una storia vera per romanzarci un periodo storico conosciuto a tutti ma sotto una diversa lente. Milioni i libri che ricordano il nazismo e i suoi orrori ma in Le Assaggiatrici ciò che emerge sono le figure delle dieci donne chiamate dal Furher per assaggiare i suoi cibi.  
Rosa Sauer ha ventisei anni quando decide di trasferirsi nella Prussia orientale dai genitori del marito partito per il fronte, per sfuggire alla guerra. Ed è qui che Rosa andrà incontro a un destino amaro, diventerà un'assaggiatrice del Fuhrer e per tre volte al giorno, colazione, pranzo e cena combatterà con la morte!

"All'inizio prendiamo bocconi misurati, come se non fossimo obbligate a ingoiare tutto, come se potessimo rifiutarlo, questo cibo, questo pranzo che non è destinato a noi, che ci spetta per caso, per caso siamo degne di partecipare alla sua mensa."

Rosella Postorino ha deciso di raccontare la storia di queste donne dopo aver letto su un giornale italiano un articolo dedicato a Margot Wolk, ultima assaggiatrice di Hitler ancora in vita. Completamente sedotta dalla vita di questa donna, la Postorino decide di contattarla ma senza ricevere nessuna risposta se non quella della sua dipartita. La curiosità cresce tanto che l'autrice si convince a dedicare loro una storia. "Le assaggiatrici" è il frutto di un accurato lavoro di ricostruzione storica che scava nei meandri della mente di dieci donne tutte diverse tra loro ma accomunate da un unico destino, trovarsi intorno al tavolo della mensa di Krausendorf per assaggiare i cibi cucinati per Hitler. Un quotidiano appuntamento con la morte, in fondo la guerra è questa, un continuo sopravvivere senza avere alcuna facoltà di ribellarsi!
E Rosa Sauer non ha altra scelta che seguire gli ufficiali delle SS che dal candore della sua vita la catapultano in un mondo parallelo contaminato dalla guerra. Viviamo insieme a Rosa la vita delle assaggiatrici, la paura che stringe la bocca dello stomaco ogni qual volta si è costretti a ingerire un boccone e la consapevolezza di morire senza essere fucilate ma fare una morte in sordina. Rosa cerca di fare amicizia con le altre donne, all'inizio si respira un clima di diffidenza ma poi lo spirito di sopravvivenza plasma i loro caratteri e la classica solidarietà femminile inizia a emergere pian piano. Ma le assaggiatrici sono pur sempre delle donne con i mariti partiti per la guerra, dispersi, morti o vivi, sono donne che hanno bisogno di sentirsi vive. Non mancheranno amori segreti e comportamenti compromettenti, la malinconia per i propri cari e la rassegnazione verso un destino inimmaginabile. 
Ne "Le assaggiatrici" ci scandaglia l'aspetto psicologico della protagonista, una donna forte ma tendenzialmente sola dove un susseguirsi di avvenimenti decidono per lei, o almeno è questa la sensazione che ho avuto. Una storia che coinvolge fin dalla prima pagina adottando un ritmo più incalzante verso la seconda metà dove gli eventi ci trascinano nella vita di Rosa. L'unica pecca, se così posso dire sono state le ultime trenta pagine dove l'autrice ha deciso di sintetizzare al massimo facendo un volo pindarico verso un futuro che non mi sarei mai immaginata. Avrei preferito qualche pagina in più in questa ultima parte che meglio spiegasse il perché del comportamento di Rosa e di Gregor. Nel complesso però è un gran bel libro che consiglio con tutto il cuore. 

Le Assaggiatrici ci narrano di riflesso uno spaccato di storia attraverso gli occhi di donne tedesche. Il cibo, alimento indispensabile per il corpo e per la mente in questa storia diventa uno strumento di mediazione con la morte. Morire avvelenate è il loro terrore, un ulteriore terrore che va  a sommarsi con l'assurdità di una mente distolta quale quella di Hitler che ha imprigionato nei suoi piani milioni di persone trasformando l'essere umano in un burattino alle sue dipendenze. 
Se ancora non avete letto questo capolavoro fatelo, giuro che non ve ne pentirete!

9 commenti:

  1. Rosa! Hai fatto un vero incanto!
    Baci dalla Bacci

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    1. Bacciiiii non esagerareee! Il libro mi è piaciuto tanto solo avrei preferito qualche pagina in più sul finale, forse troppo frettoloso, ma comunque resta una gran bel libro! Baci Rosa

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  2. Eterna amarezza mi piace molto. Lo leggerò! Sto aspettando che la Bacci me lo presti. ;-)
    Lea

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    1. Ciaooo Lea! Sicuramente ti piacerà penso che rientra nel tuo genere di letture. Curiosa di leggere il tuo pensiero! Un bacio Rosa

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  3. Complimenti per le belle parole! Il romanzo incuriosisce tanto anche me, e presto lo leggerò anch'io :)

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  4. sono sempre più curiosa per questo romanzo, bella recensione!

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    1. Grazie Chiara! Le assaggiatrici è un gran bel romanzo! Leggilo e poi mi dirai!

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  5. Anche io l'ho letto e recensito (http://leggerevolare.blogspot.com/2018/07/le-assaggiatrici-di-hitler.html) ma sinceramente il finale non c'entrava nulla con la storia.
    Sai che è una storia vera?

    La storia di Rosa Sauer è ispirata a quella di Margot Wölk, nata nel 1917 in Germania, segretaria trasferitasi in Prussia dopo i bombardamenti di Berlino e selezionata nel 1942 insieme ad altre quindici donne per diventare una delle assaggiatrici di Hitler.
    In occasione del suo novantacinquesimo compleanno la Wölk, unica sopravvissuta alla guerra tra le sue compagne, ha rilasciato un’intervista pubblicata il 2 aprile del 2013 sul “Der Spiegel”, in cui ha raccontato gli eventi di quel periodo terribile: non solo la paura di morire per il cibo, ma anche quello che le è accaduto dopo la fuga, la cattura e gli stupri a opera dei russi, l’impossibilità in seguito alle violenze di avere figli.
    Questo non è stato mai perdonato. Far finta che andava tutto bene. Negare l'avanzata e per anni le donne tedesche non hanno perdonato ai loro uomini di averle lasciate in balia dei russi.

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