lunedì 20 febbraio 2017

Recensione - "Perdutamente" di Flavio Pagano

Buon pomeriggio lettori incantati,

ultimamente sto leggendo tutti romanzi ambientati nella mia Napoli, da "PalazzoKimbo" a "La tristezza ha il sonno leggero" sono passata a "Perdutamente" di Flavio Pagano. Questo per dirvi che mi fa piacere leggere storie immaginate ai piedi del Vesuvio in una Napoli dai mille colori e dai mille personaggi perché in fondo ogni napoletano è attore della propria vita! 
Vi lascio il mio pensiero su Perdutamente e questa volta non c'è niente di inventato ma è una storia vera quindi esprimere il mio punto di vista sarà difficile, ma ci proverò!


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Perdutamente - Flavio Pagano - Giunti Editore - pag. 238 - prezzo 12,00 euro


Sinossi: "Perdutamente" è un romanzo basato su una storia vera, che si svolge in una Napoli convulsa, sbandata. È la storia di una famiglia ­ tanto allargata quanto scombinata, i cui membri sono distribuiti in tre generazioni dai sei agli ottant'anni ­ che si trova ad affrontare un'emergenza comune della vita di oggi: assistere l'anziana madre e nonna che si sta ammalando di Alzheimer. Tutto comincia con un misterioso viaggio che la donna ha cercato di intraprendere. Viene recuperata alla stazione, in stato confusionale, e nessuno riesce a capire dove volesse andare, o da chi. È un piccolo mistero, sul quale si favoleggia: vecchi amanti, luoghi sacri del passato... La malattia si aggrava, la convivenza con la donna si fa ingestibile, ma i suoi familiari vogliono scoprire la destinazione di quel viaggio segreto, e così decidono di resistere. L'anziana donna, che dentro la sua mente è tornata bambina ai tempi del fascismo, diventa assoluta protagonista. Ed è l'occasione per un confronto struggente, dai risvolti esilaranti, che penetra nei lati più riposti del rapporto tra genitori e figli, mentre i ruoli si rovesciano. Ma i figli di oggi sono davvero capaci di essere genitori o sono "figli per sempre"? Tra latitanza e inefficienza dello Stato, mentre si consuma una delirante battaglia burocratica per ottenere la pensione d'invalidità, la famiglia riscopre il proprio senso. Finché spunta fuori la lettera che la donna aveva scritto prima di tentare invano di partire.

Parlare di storie vere fa paura, perché dietro c'è la vita reale di chi in prima persona ha vissuto tutto ciò e in questo caso continua a viverlo. Poi quando si parla di malattia il discorso cambia radicalmente. Provo a parlarvi di questo romanzo, non sarà semplice ma cercherò di esprimere nel migliore dei modi il mio pensiero.
Flavio Pagano è un giornalista, uno scrittore, un editorialista del Corriere del Mezzogiorno ed un'opinionista di Donna Moderna dove attualmente cura una rubrica in cui parla del morbo di Alzheimer. 
Mi sono avvicinata a questo romanzo grazie al consiglio di un'amica che me ne ha parlato con tale enfasi da convincermi. In effetti nelle sue pagine qualcosa di magico c'è; la magia della vita, l'infinito amore di una madre nei confronti dei propri figli e una malattia da camuffare con l'ironia e tanta ma tanta pazienza.

"Perdutamente" è tratto dalla drammatica esperienza che vede come protagonista la mamma dell'autore Flavio Pagano. Una terribile diagnosi sentenzia la presenza incalzante del morbo di Alzheimer, una malattia neurodegenerativa. Le conseguenze le conosciamo tutti, cambiamenti repentini di umore, disorientamento, depressione, incapacità di prendersi cura di sè così che le comuni capacità basilari vengono perse. 
Ora provate a immaginare la convivenza con un malato di Alzheimer, cosa fare? Come comportarsi e soprattutto come approcciarsi ad una malattia che solo a pronunciarla incute paura e un elevato senso di smarrimento?

 "Ma non bisogna abbandonarsi al panico. Non bisogna aver paura. Questo non bisognerebbe farlo mai, perché chi ha il coraggio di stare al mondo, non ha motivo di temere null'altro. Bisogna essere pronti a tutto, è vero, ma non solo al peggio. 
E non bisogna lasciarsi risucchiare dalle suggestioni del passato e de futuro. In mezzo c'è la cosa più importante: il presente. Dimenticarlo, è come dimenticarsi di se stessi."


L'autore attraverso la sua personale esperienza ci sbatte in faccia la realtà, ovvero la difficoltà di dividere i propri spazi con un malato affetto dal morbo di Alzheimer in una città come Napoli che rende tutto più complicato. Con tono canzonatorio viene documentato l'infinito iter burocratico per ricevere la pensione d'invalidità e gli innumerevoli ostacoli che l'ingombro di una semplice carrozzina arreca, basta solo pensare agli angusti spazi delle ascensori, le buche per strada e la presenza di gradini, in particolar modo nei pubblici uffici da demoralizzare chiunque.

In un palazzo costruito alla metà del Settecento in pieno centro a Napoli assistiamo a simpatici siparietti che l'autore mette in scena, coinvolgendo la mamma ottuagenaria e tutti i componenti della sua famiglia a diventare attori di se stessi. Il contributo di ciascuno di loro sarà importante, dal nipote che finge di giocare a carte con la nonna, alla radio che regala momenti danzanti all'episodio di San Gennaro che mi ha fatto morire dalle risate. 
Un mix di ironia e leggerezza condiscono le pagine di "Perdutamente" tanto che il lettore si ritrova a sorridere anche se il tema trattato è molto delicato. 
Delicate e commoventi sono state anche le ultime pagine dove viene svelato il contenuto della "lettera" finalmente consegnata nelle mani del figlio dove parole dolci e sincere racchiudono un amore indissolubile... 
Leggere questo romanzo è come sentirti un pesciolino (come illustrato in copertina), si rimane a bocca aperta quasi a boccheggiare per salvarsi e trovare una via di fuga. Ci si perde nei meandri della nostra morale cercando di captare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato ma vi anticipo, senza trovare una risposta. Alcune situazioni bisogna viverle per poter giudicare!
Voltata l'ultima pagina ho riflettuto molto, trovo che la penna di Flavio Pagano possa essere definita una bacchetta magica capace di creare magia, una magia che solo una famiglia con tutti i suoi pregi e difetti purché unita può scaturire. L'anziana madre viene avvolta dall'incantesimo dell'amore dei propri cari e la malattia da ostacolo diviene uno strumento per sentirsi vivi e far sentire vivi. 
Una lettura che consiglio a chi vive situazioni simili come incoraggiamento ma anche a chi ha voglia di qualcosa di toccante, coinvolgente e semplicemente, perdutamente vero!

"Certi meccanismi, certi legami, impediscono di allontanarsi, ma anche d'incontrarsi. Ci tengono uniti come fossimo pianeti. Ci fanno ruotare su noi stessi, cadendo all'infinito l'uno contro all'altro. E' il gioco delle parti, pensai. E' la famiglia."

7 commenti:

  1. Bellissima recensione e bellissimo libro, molto toccante

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  2. Ciao Rosa, anche a me piacciono le storie vere. Ma oggi non me la sentirei di prendere in mano questo libro. Abbiamo vissuto questo tipo di malattia e voglio per un pochino tenerla da parte, o comunque ricordarne le situazioni "allegre", quelle che pur non ricordando ti strappano un sorriso. Abbracci

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    1. Cara Nunzia ti capisco perfettamente, come ho detto nella recensione in certe situazioni bisogna esserci per giudicare! In ogni caso questo romanzo anche se tratta un tema molto delicato non è per niente triste, sembra assurdo ma è così! L'autore ironizza su tutto ed è appunto questa sua caratteristica che mi ha fatto amare la storia! Un bacio!

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  3. Mi piace molto quando le storie vere prendono possesso della carta stampata, un po' meno se si parla di malattie. Ammetto che rifuggo da quel tipo di storie, ho bisogno di discostarmene sia che facciano parte del mio vissuto sia no. Ho però molto apprezzato la tua recensione e, anche se sicuramente non leggerò questo romanzo, le parole con cui hai raccontato le tue emozioni :)

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    1. Grazie Anna! L'autore ironizza molto sulla sua esperienza! E' una storia vera quindi questo aspetto ci porta a farci riflettere di più ma ci tengo a ribadire che tra le sue pagine non trovi nulla di drammatico o triste anzi in alcuni punti mi sono ritrovata a sorridere! A presto!

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  4. Io ultimamente ho letto la Partenope Thrilogy ambientata a Napoli, che svela la Napoli segreta, esoterica, misteriosa... Un aspetto della tua città che non conoscevo. Per quanto riguarda il libro che segnali la tematica è molto delicata ed attuale. Non lo conosco, è la prima volta che ne sento parlare. Prendo nota.

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